Disabilità o Abilità?

Ho deciso di scrive questo articolo (con grande Commozione) dedicandolo ad una mia ex assistita nonché Amica, che è scomparsa da 2 anni e mezzo, in maniera improvvisa e choccante.
Come accennato nella mia presentazione, il mio Primo Grande Amore (già alla tenera età della scuola dell'infanzia) è stata la Disabilità, soprattutto le persone affette da handicap psico-fisici medio-gravi e la loro PROFONDITÀ e SPETTACOLARE GRANDEZZA come INDIVIDUI SEMPLICEMENTE FAVOLOSI e capaci di regalare EMOZIONI UNICHE che mi porterò per sempre nel mio cuore con tanto ORGOGLIO e PRIVILEGIO.
Tornando a noi, che cos'è la disabilità? e qual'è la differenza da essa con l'essere normadotati/abili a fare? ma soprattutto c'è una netta scissione tra queste due aree?
La disabilità (o handicap) è la conduzione di chi, conseguentemente a una o più menomazioni, ha una ridotta capacità d'interazione con l'ambiente sociale rispetto a ciò che è considerata la norma, pertanto è meno autonomo nello svolgere le attività quotidiane e spesso in condizioni di svantaggio nel partecipare alla vita sociale. Negli anni '80 l'OMS (Organizzazione mondiale della sanità), due anni dopo la Legge Basaglia 180/1978, distingueva tra:
- Menomazione: perdita o anormalità a carico di una struttura o una funzione psichica, fisica o anatomica e rappresenta l'estesione di uno stato patologico;
- Disabilità: qualsiasi limitazione della capacità di agire, naturale conseguenza ad uno stato di minorazione/ menomazione;
- Handicap: svantaggio sociale vissuto da una persona a seguito di disabilità o minorazione/ menomazione.
Negli anni '90 la concezione di queste tematiche venne riformulata secondo l'ICF (International Classification of Fuctioning o Classificazione dello Stato di salute), definendo uno stato di salute delle persone piuttosto che una limitazione. Dunque, sono solo 30-40 anni che si parla di questi soggetti come persone reali, facenti parte di un contesto sociale, aventi diritti ed anima come tutti i "normadotati". Pertanto, il quesito che mi sono sempre posta è il seguente: c'è differenza tra i normodotati e i disabili? Il disabile è testimone manifesto della diversità, sia essa fisica, psichica o sensoriale. Infatti, una delle sue prerogative è lo stretto connubio tra aspetti tecnici o pratici e, si delinea, così, la divisione medica - sociale - culturale fra patologie del corpo e della mente, fra "folli e sani". Ma chi può decidere effettivamente chi è "folle" e chi è "sano"? Quello che voglio intendere è che oggettivamente una ragazza idrocefala è una disabile, in quanto è una condizione in cui si ha un accumulo di liquido cefalorachidiano a livello dei ventricoli cerebrali che si dilatano e la complicazione è l'ipertensione intracranica che causa danni al tessuto cerebrale, comportando dei ritardi cognitivi di vario genere su varie aree intellettive e socio-relazioneli. Tuttavia, queste difficoltà non impediscono a queste Persone di non provare emozioni, di non creare delle relazioni significative e durature nel tempo e tanto meno di poter affrontare e vivere esperienze nuove positive o negative che esse siano senza comprenderle. Certamente tutto questo comporta un supporto/sostegno significativo alle loro capacità ed abilità grazie a delle persone qualificate, ma sopratutto umane che credono nell'essere umano e nelle infinite possibilità che ci offre la vita. Infatti, noi "normodotati" siamo ingrado di poter affrontare tutte le situazioni sia a livello intellettuale che a livello fisico? Certe volte si, certe volte no, allora anche noi siamo dei "disabili"? Dal mio modesto parere ed esperienza, SI, in quanto a tutti noi serve l'aiuto dell'altro oltre che delle proprie forze. C'è chi si "aggappa" alla fede e quindi trova quella spinta motivazionale ad andare avanti nel proprio percorso di vita con i dogmi delle religioni; chi nei fatti empirici delle discipline scientifiche; chi in professionisti del benessere psico-fisico come gli psicologi. Di conseguenza, tutti noi siamo Disabili ed Abili alla stesso tempo (ovviamente contestualmente parlando) nel fare e/o affrontare un qualcosa e/o una determinata situazione, sempre in correlazione alle nostre capacità e possibilità psico-fisiche e dunque non esiste un migliore e/o peggiore, ma solo una grande uguaglianza che abbraccia le peculiarità, le modalità caratteriali e la struttura di personalità di ognuno di noi!